
Prima di lanciarsi come Freelance occorre, quindi, chiedersi se si è in grado di essere il capo di sé stessi. Bisogna, quindi, valutare la nostra abilità nello stabilire obiettivi e deadline, e nella gestione di aspetti “accessori” alla nostra attività quali marketing e contabilità.
Essere imprenditori di se stessi richiede, infatti, anche di provvedere a fatturazione e pagamenti, che possono essere affidati a terzi o gestiti in prima persona. Che necessitano di impegno e diligenza, anche all’aggiornare il proprio CV dopo ogni nuovo progetto concluso.
Altra key da valutare è la propria versatilità e capacità di mediazione. Il libero professionista si interfaccia in prima persona con i clienti, che possono avere metodologie e approcci molto diversi dai propri ed essere molto demanding, quindi occorre anche tanta pazienza.
Fondamentale, poi, è chiedersi se si è pronti a rinunciare alla “vita sociale” da ufficio per ritirarsi nelle proprie mura e comunicare per lunghi periodi solo con il proprio pc. Il che, dopo l’entusiasmo iniziale, può essere avvilente.
Quinto e parimenti importante quesito da porsi è, infine, se siamo proattivi e disciplinati. Per guadagnare servono contatti, il che richiede un impegno costante nel fare networking con ex colleghi, potenziali clienti e agenzie di recruitment. Per avere un flusso di lavoro costante, inoltre, bisogna sempre procacciarsi un nuovo incarico mentre se ne sta svolgendo un altro.
Se si riesce in tutte queste cose, lavorare da Freelance porta indubbiamente ad arricchire molto le proprie skill, rendendovi competitivi nei confronti della concorrenza.
L.S.